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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 50 occorrenze

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chiave di interpretazione dell’originale. Si guardi il più importante dei dipinti di Agostino, la Comunione di San Girolamo (1592 c.), e si vedrà

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Con Agostino, Annibale si accosta al Correggio e ai veneti. Se nella Comunione di San Girolamo Agostino fa opera di analisi, nella madonna di San

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L’Elemosina di San Rocco (1595 c.) fissa un tipo nuovo di quadro storico-religioso. Annibale si oppone al pietismo di Ludovico: il cristianesimo è

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appoggia i piedi sulla terra, tra l’erba e i sassi, suona un vero violino, legge le note nel libro che San Giuseppe gli tiene aperto davanti. L’unità

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Il Caravaggio affronta direttamente il problema della «pittura d’historia» nei tre dipinti della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi

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figure Michelangiolo (e, nel primo San Matteo dipinto per San Luigi dei Francesi, di Raffaello), la riporta sulla realtà viva, dimostra come, così

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Tanto in San Luigi dei Francesi che in Santa Maria del Popolo i quadri laterali rappresentano una «vocazione» e un «martirio», come nella cappella

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Crocefissione di San Pietro: null’altro che la meccanica della croce sollevata a forza di corde e di spalle. La macchina della morte si è messa in

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Martirio di San Matteo: l’evento storico-drammatico è ridotto alla cruda realtà di un atto di violenza, un assassinio; Si sa dalle fonti che il

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sublimazione, per il Caravaggio è soltanto la fine, l'enimma della tomba. Ritorna su questo tema con ossessiva insistenza anche dopo i dipinti di San Luigi dei

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discendeva dall’apostolato di San Filippo Neri) è collegato il Caravaggio. Lo si vede nel quadro con le Sette opere di misericordia (1607) per il Pio Monte

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caravaggesco»; doveva aver già conosciuto Caravaggio qualche anno prima del 1603 (Spezzaferro). L’Apparizione della Vergine a San Francesco (1608

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«naturalistico» di Pietro Paolo Bonzi, di Luca Forte o dell’ancora anonimo Maestro di Palazzo San Gervasio derivi dal realismo caravaggesco. Non sono affatto

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della rivoluzione caravaggesca; sente che bisogna affrontare decisamente il dilemma di realtà e ideale. Nella Crocefissione di San Pietro (1604) si rifà

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forti contrasti d’ombre, i colori sono accordati in tonalità chiare. La drammatica epicità dell’Elemosina di San Rocco, che dell'affresco di San Luigi

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, nel 1618, si reca a Venezia, dove studia certamente Tiziano. Già prima di recarsi a Roma, imposta le sue composizioni - per esempio la Vestizione di San

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Roma una prima volta già dal 1602 al 1610, attivissimo nella bottega di Annibale, lavorando anche in palazzo Farnese. Ma pur quando, come nel San Luca

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grandi statue nella chiesa di San Bernardo conservano nel nobile impianto e nella sensibilità luminosa delle superfici il ricordo del pittoricismo del

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Tornato a Roma, cercherà invano di emulare il Bernini nella Veronica di San Pietro; gli sarà più facile contraddirlo nelle lunghe, patite, spirituali

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stesso complesso. l lavori per San Pietro si succedono per più di quarant’anni senza un programma, ma con una coerenza perfetta: come un’idea che vada via

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«La crociera di San Pietro è come un teatro circolare in cui la scena, anzi la macchina scenica (il baldacchino) si trova quasi al centro, e l'azione

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Rientrano nella decorazione interna di San Pietro, aggiungendo personaggi allo spettacolo, le tombe monumentali dei papi (Urbano VIII, 1628-47

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Benché in San Pietro non possa fare a meno di misurarsi con Michelangiolo, la radice dell’architettura del Bernini è soprattutto bramantesca: lo

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L’unità che il Bernini ha dato a San Pietro non è soltanto visiva: da nessun punto di vista si doveva vedere tutto l’edificio (la sciagurata via

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nell’ambiente urbano; né meraviglia che lo schema rotondo diventi ellittico come nel contemporaneo colonnato di San Pietro, dato che il Bernini tende

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dipendenze, ma con una qualche autonomia, in San Pietro e in palazzo Barberini. La prima opera interamente sua è il piccolo chiostro nel convento di San

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risolto il Bernini (con cui il Borromini lavora in San Pietro e in palazzo Barberini) ponendo l’arte come immaginazione che si realizza, si

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Quando, nel 1646, viene incaricato di restaurare in tutta fretta la basilica di San Giovanni in Laterano per il Giubileo del 1650, il Borromini si

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L’eleganza, la purezza del ritmo crescono col crescere della tensione interna. Il suo lungo tormento si avvicina all’epilogo: il restauro di San

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L’ultima opera del Borromini è la facciata della prima chiesa che aveva costruito, San Carlo alle Quattro Fontane. E contemporanea al colonnato

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Contemporaneo del Baldacchino di San Pietro, il soffitto del grande salone di palazzo Barberini, con il Trionfo della Divina Provvidenza (1633-39), è

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alla chiesa ma alle viuzze laterali, che vengono così inserite, come prospettive, nel complesso. Ricordo bramantesco, dal tempietto di San Pietro in

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Con il Baldacchino di San Pietro (1624-33), il chiostro di San Carlo alle Quattro Fontane (1634-37) e il soffitto barberiniano (1633-39), sono già

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È allievo del Rainaldi CARLO FONTANA (1634-1714), autore di scritti importanti sulla basilica di San Pietro e sul corso del Tevere. Sono i due motivi

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dell’Accademia di San Luca, rifiuta; dopo una sola, e non fortunatissima, commissione pubblica (il Martirio di Sant’Erasmo, del 1629, per un altare di

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classico in opere monumentali di grande impegno, come il monumento di Leone XI in San Pietro e la statua bronzea di Innocenzo X nel palazzo dei Conservatori

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nome di Gesù essere l'equivalente pittorico della Cattedra di San Pietro.

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ritrattista: lo si vede anche nel grande busto d'argento di San Bruno nella Certosa di San Martino (dove lavoro come architetto e dov’è il meglio della

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nel 1607). La sua lezione luministica è subito raccolta da BATTISTELLO CARACCIOLO (1578-1635) che già nel 1615 dipinge, per il Pio Monte, San Pietro

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romana, per costruire una composizione teatrale, consapevolmente drammatica. Nella decorazione di San Pietro a Maiella, sfoggia la sua visione in

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luministici una struttura d’immagine tardo-manierisìa; GIOVANNI DA SAN GIOVANNI (1592- 1636) è un piacevole decoratore, che nelle scene allegoriche della

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, dalle cupole di San Marco, dall’altro dalle cupole palladiane di San Giorgio e del Redentore: le due cupole accostate della Salute raccordano a

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coetaneo del Caravaggio e certamente ne vide le opere a Roma, dove dimorò alla fine del secolo: il luminismo del San Francesco in estasi è un

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Le opere principali del Guarini a Torino sono: la chiesa di San Lorenzo, la cappella della Sindone in duomo, il palazzo Carignano, il palazzo ora

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Dopo la battaglia di San Quintino Emanuele Filiberto di Savoia e, poi, Carlo Emanuele I creano le strutture politiche, economiche e culturali di

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(1691-1737), che a Londra era stato in rapporto con la corrente classicistica, tendenzialmente palladiana, di Christopher Wren. Nella facciata di San

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architettura borghese. L’ospedale di San Gallicano (1725), con la facciata lunghissima e bassa, tutta percorsa dal ballatoio di disimpegno, è un modello di

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(1741) con quella, che la precede di cinque anni, di San Giovanni. Per la sua formazione, tardivamente manieristica, il Fuga evita i grandi effetti

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XIII in San Pietro. E il tempo, anche, delle molte statue e dei molti' rilievi che meglio riflettono la sua interpretazione, il suo modo di lettura

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delle proporzioni, un astratto principio d’ordine e di simmetria. Lo applicò anche nei confronti del Canova, quando nel monumento a Pio VII in San

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